domenica 31 ottobre 2010

CATTIVISSIMO ME - adorabile semplicità

Graficamente appagante e molto ben riuscita nella caratterizzazione dei personaggi, questa pellicola animata inaugura con delicata simpatia la sfida che la Universal lancia alle “veterane” DreamWorks e Pixar.
Non sarà un capolavoro di meravigliosa ed esilarante originalità come tanti tra i titoli delle due Case appena citate, ma 'Cattivissimo Me' presenta comunque innumerevoli occasioni di sorriso come di tenerezza, nonché piacevoli e gustose soluzioni di sceneggiatura.
In un mondo dove è aperta la gara tra chi è il più cattivo di tutti ed esiste una banca che segretamente incentiva i più fantasiosi crimini contro l'umanità, il crudele di professione Gru si contende il primato di miglior “despicable” col più giovane Victor/Vector.
Per vincere la sfida e portare a termine un'impresa impossibile (rubare la luna), i due si combattono con l'ausilio di stupefacenti tecnologie, finché Gru non intuisce che avrà bisogno di un insospettabile elemento umano (ovvero tre orfanelle) per poter penetrare nella fortezza del rivale e privarlo di uno straordinario miniaturizzatore.
Ma l'elemento umano, si sa, è il più imprevedibile di tutti, recando con sé effetti collaterali che vanno a minare gli insani principi di inossidabile cattiveria del nostro Gru...
Questa storia assai lineare e già nota è però trattata con giusto brio e misurato buongusto e ha una nota di merito non da poco nel presentare finalmente tutte gag comprensibili non solo dal pubblico adulto, ma anche e giustamente dai bambini.
Persino le numerose citazioni cinefile (una per tutte, la scena allo specchio di Taxi Driver “Stai parlando con me? No dico, stai parlando con me? ”) sono confezionate in modo impeccabile perché possano suscitare le risate dei più piccoli e questo è senza dubbio un pregio non trascurabile.
Oscar alla simpatia, infine, per l'esercito dei Minions, gli ominidi gialli tuttofare nel laboratorio segreto di Gru: un perfetto incrocio tra gli Umpa Lumpa di Willy Wonka e i Little Green Men di Toy Story davvero spassoso.
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martedì 5 ottobre 2010

INCEPTION - Il sogno secondo Nolan

Sebbene meno sobrio, rigoroso e innovativo di MEMENTO, con un meccanismo non del tutto perfettamente oliato rispetto all'impeccabile costruzione di THE PRESTIGE, quest'ultima fatica del regista e sceneggiatore Christopher Nolan merita senza dubbio una visione su grande schermo.
In un futuro nelle nostre immediate vicinanze, dove lo spionaggio industriale si pratica carpendo i segreti direttamente nella mente dei magnati, introducendosi nei loro sogni, un gruppo di professionisti ai limiti della legge vende i propri servigi testando questa affascinante quanto improbabile attività direttamente sui futuri acquirenti.
A Dom Cobb (Di Caprio), il ladro più abile tra tutti gli "estrattori", viene però chiesto di innestare un'idea anziché rubarla.
Questa la breve premessa che c'introduce nell'universo immaginato da Nolan, dove “il parassita più resistente è un'idea”, dove i sogni possono essere condivisi da più persone contemporaneamente, dove le difese del nostro subconscio contro le intrusioni esterne indossano giacca e cravatta sparando con armi di grosso calibro.
Quest'ultimo particolare sintetizza in buona sostanza uno dei 3 aspetti più originali del film: ci troviamo di fronte al più sofisticato degli action movie, dove gli scatenati inseguimenti, le sparatorie e le scazzottate acquistano, paradossalmente, una nuova credibilità perché si svolgono nelle menti dei protagonisti sognatori. E nei sogni, si sa, tutto è possibile.
Anche al cinema tutto è possibile e qui sta il doppio gioco di Nolan: il “sogno nel sogno” prende vita sia all'interno della storia che sul grande schermo. E lo show è assicurato.
Il secondo aspetto originale è che troverete personaggi very cool, primo fra tutti il Falsario, capaci di spiegarvi in quattro e quattr'otto le teorie junghiane meglio del vostro psicanalista e sicuramente in modo meno tedioso.
Detto così sembrerà un tantino sincopato e forse non del tutto credibile, ma la qualità tecnica e artistica dell'insieme compenserà qualche buco nella linearità dei concetti esposti.
Ultimo, ma non da meno, il tocco più unico che raro: il personaggio più affascinante non è il "cattivo di turno", perché il cattivo si è preso un turno di riposo e in questo film proprio non c'è.
I pericoli derivano tutti dalla nostra mente, in questo caso dalla mente dell'intenso, tormentato, innamorato, paterno, tenace, Dom Cobb, un Leonardo Di Caprio “straordinariamente in parte”, come si suol dire, capace di dare vita, con la sua coprotagonista femminile, alla parallela trama romantico-drammatica che s'intreccia con quella d'azione.
Non lasciatevi spaventare dai 148' della durata, né dalla presunta "complicanza" del film: è vero che a volersi addentrare nella psiche umana il viaggio risulterà lungo e insidioso con rischio di perdersi nei suoi meandri, ma per gli amanti dello spettacolo in grande stile non ci sarà tempo di annoiarsi né di porsi troppe domande sul perché e sul per come.
Uscirete dalla sala con qualche dubbio ancora in testa (induzione al senso critico che non guasta), apprezzando la raffinatezza dell'imponenza scenografica e di alcune memorabili sequenze, cogliendo qualche citazione un po' archetipica (l'Architetto si chiama Ariadne) un po' cinefila (inseguimenti sulla neve alla 007), ammirati per la resa scenica di Di Caprio e della Cotillard (che bello vedere attori che sanno recitare anche in un film d'azione!), con, infine, la certezza assoluta di esservi divertiti. E, insomma, non è poco.
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